Ho ascoltato il podcast My Fair Mommy, da qualche settimana reperibile su Spotify, nato da un'originale idea di Gaetano Cappa di trasformare in podcast alcuni nastri trovati nella casa di campagna della madre, risalenti a quando proprio la mamma, da ragazza, si trovava come au pair a Londra.
Prima di partire, ci tengo a informarti che nel testo di questo articolo sono contenuti spoiler :)
Facciamo un po’ di contestualizzazione. Siamo appunto a Londra, sono gli anni Cinquanta, e una ragazza di origini milanesi che studia interpretariato a Ginevra va a trascorrere un anno sabbatico a Londra per imparare la lingua sul campo.
Mentre si trova ospite di una famiglia della Londra bene registra, grazie ad un gelosino, il racconto delle sue giornate, di fatto realizzando monologhi pregni di dettagli su tutto ciò che la colpisce delle esperienze che vive. Poi spedisce i nastri a Milano, dove la mamma ascolta tutto, registra a sua volta i racconti di quello che intanto sta accadendo a casa, e glieli spedisce a sua volta.
La prima cosa che mi ha colpito è stata il pensiero che ci fossero donne negli anni Cinquante libere e indipendenti di spirito, tanto da non aver nulla da invidiare alle donne dei nostri giorni. La giovane studentessa milanese al microfono risulta intraprendente e sicura di sé, pronta a prendersi ciò che quel nuovo mondo ha da offrire, ma anche capace di fermarsi a osservare ciò che la circonda con lo sguardo del piacere e della piacevolezza. Quando si sofferma a descrivere Londra, o il Suffolk, con i suoi campi coltivati a grano che sembrano parchi dal gran che son verdi, si sente proprio nel suo tono di voce l'estremo sollucchero che le dà lasciar vagare lo sguardo su quelle vastità tanto diverse e lontane da quelle a cui è abituata. Si perde nei dettagli di ciò che le piace osservare, e lo fa senza fretta di passare alla "scena" successiva, ma prendendosi tutto il tempo che le serve, perché di quello spazio sul nastro lei è regista (lo sa, e si sente che questo le piace, le piace condurre le scene e non è insolito per lei lasciare spazi di suspance quando qualcosa che succede in quel momento richiama altrove la sua attenzione).
Un'altra cosa a cui la giovane donna dedica volentieri del tempo sono i flirt, come lei stessa li definisce. Il podcast si compone di sette episodi, di cui tre sono occupati dal racconto delle vicende che la vedono coinvolta assieme ad alcuni ragazzi italiani, che senza girarci troppo attorno fanno quello che a una ragazza per bene single di quel tempo si fa: le fanno la corte, ognuno a suo modo, occupando spazi diversi del suo tempo e della sua mente.
La cosa che mi ha lasciato più sorpresa della narrazione di questi innamorati e del loro corteggiamento, è che la nostra protagonista non si lascia mai mettere in secondo piano dai suoi spasimanti, né dall'eventuale sentimento che prova nei loro confronti, o dai loro goffi o romantici tentativi di legarla a loro. Lady Mommy rimane sempre lei il centro della sua storia, driblando qua e là fra i ruoli che man mano questi ragazzotti vorrebbero affibbiarle: la "amante", la "donna della mia vita", la "assistente", la "accompagnatrice di party".
Dunque, una giovane donna che non si lascia intimorire né dai pedanti ricatti di chi le dà ultimatum come "uno come me non lo troverai più, cogli la mela", né dagli appelli della mamma, che, come ogni premurosa madre farebbe, da Milano le ricorda che alla sua età sarebbe meglio cominciare a ragionare anche sul matrimonio.
Quello che invece non mi ha stupito tanto (chissà perchè) sono i ruoli ricoperti e le istanze portate dai personaggi maschili di questa storia. Abbiamo il diletto Alfredo, passionale e possessivo, di cui Lady M. riporta molto candidamente una frase un poco violenta, pardon, infelice, detta sul punto di salutarsi per la di lui partenza a causa di un lavoro oltre oceano, del tenore di «Se torno e ti trovo legata a uno di questi altri te le suono». Spoiler: nel periodo in cui l’elegante Alfry fa la corte a Lady Mommy, lui stesso è legato a una certa Moreen. Si lascia intendere che ci siano di mezzo i di lei genitori, e dunque, che la loro relazione sia una cosa quantomeno pubblica, forse perfino formale. Ma dettagli, Alfry!
C'è poi Mauro, disperato d'amore, che Lady Mommy tiene sempre d'occhio quando le propone cose da fare insieme, perché sa che delle parole ci si deve fidare fino ad un certo punto (e qui, Giambruno fiero!), tant'è vero che una sera trascorsa a bere fino a tardi si trasforma in un pietoso tentativo di estorsione di consenso al matrimonio, culminato in un «Dormi qui così facciamo scoppiare lo scandalo, e sei poi costretta a sposarmi anche se non vuoi». Frase che, se portata ai giorni nostri, apparirebbe al limite dell'abuso, ma che la nostra eroa riporta alla mamma con una leggerezza e una insufficienza da invidia pura (in primis da parte mia, a me ci sarebbero voluti mesi di terapia per passare oltre).
A proposito: e la mamma? Come reagisce sentendo la sua figliola esposta a tali pericolosi pretendenti? Non sappiamo con certezza se ci siano stati appelli di fare attenzione che si è scelto di non riportare nel podcast, ma la mamma invita la figlia a non perdere di vista il vero motivo per cui è a Londra: lo studio. E la voce narrante, impersonata dal figlio della protagonista, ci fa sapere che la mamma porterà a casa il risultato, lasciando ancora una volta sullo sfondo ciò che può depotenziare il suo sforzo produttivo, quindi, tra le altre cose, i maschi.
Ho trovato questo podcast una piccola perla preziosa, un meraviglioso spaccato di vita di una ragazza come avrei potuto essere io, ma ben quattro generazioni prima. Man mano che la "conoscevo" avvertivo che la lontananza cronologica non significava nientaffatto distanza da quelle che potrebbero essere le preoccupazioni, gli obiettivi, i sogni di una donna di oggi. Ho sentito così vicina la magia nella sua voce quando descriveva ciò che le piaceva osservare, dai paesaggi ai ragazzi per cui provava qualcosa, e mi sono ritrovata molto in quel suo atteggiamento di mettere una certa distanza dai sentimenti troppo forti o dalle situazioni troppo coinvolgenti, capaci di togliere lucidità al raziocinio. Ho apprezzato anche la sua libertà nel parlare di frequentazioni, tutte non serie e tutte contemporanee l’una all’altra, anche se ovviamente accompagnate alla precisazione che «tutto pensiero e niente azione».
È un podcast che per me ha richiesto un piccolo sforzo di contestualizzazione, come tutte le storie che parlano di dinamiche che riguardano le donne di un tempo differente dal mio. Infatti, ciò che lei ritiene un atteggiamento perfettamente comprensibile, o una frase che non pone problemi, come «Se ti metti con qualcuno diverso da me ti corco», al mio orecchio ha stonato, frutto dei diversi paradigmi di educazione al consenso e di libertà di autodeterminazione. Ma credo resti importante questo tipo di stimolo quando si pretende di far critica femminista, per non dare per scontato il percorso che si fa nella conquista personale e collettiva dei diritti civili delle donne, e per capire quanto determinate dinamiche sembrino lontane anni luce ma in realtà sono ancora così vicine, come il cercare di far passare per "amore" la violenza (sì, anche quella verbale è violenza), o il FOMO method, che con le donne ha sempre funzionato tantissimo e tutt'ora funziona, per via della bastarda paura diffusa tra noi donne per l'orologio biologico che scorre, o per i treni che non ripasseranno dalla tua stazione.
Nulla che però Lady Mommy non abbia saputo declinare dall'inizio alla fine con eleganza e classe.
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